Facciamo il punto sull’editoria digitale. La diffusione delle informazioni da cartacee a digitali ha rivoluzionato negli ultimi ventennio il mondo dell’editoria. Già nel mondo dell’informazione, negli anni della Pandemia, gli utenti hanno incentivato la necessità di essere costantemente aggiornati e ricavare notizie.
E inevitanilmente, il lockdown ha incrementato sia il settore delle digital news sia degli e- book. In questo processo la Didattica a distanza ha avuto un ruolo catartico nel ‘passaporto’ del testo digitale come testo di primo consumo. Dall’istruzione all’editoria, fino al giornalismo web: Il “digitale” è “materia viva”! È quanto ribadito anche dal Presidente dell’Odg, Carlo Bartoli al Convegno Digito ergo sum, tenutosi ieri presso la Biblioteca Nazionale di Roma:
L’ online non è più figlio di un Dio minore.
Come si adegua il mercato alle nuove sfide dell’innovazione?
L’impatto del digitale ha costretto gli editori a ingegnarsi con una serie di elementi che arricchiscono il testo, come immagini, video, podcast, centrali nella fruizione dell’informazione, e ha determinato l’affiancamento del lavoro dei professionisti tradizionali, quali editori, scrittori e traduttori, a figure con competenze verticali nel digitale. Parliamo di social-media manager, digital content curator, reader’s manager, graphic designer che devono saper costruire nella sua totalita una nuova editoria digitale.
Il professore Gino Roncaglia nel 2022 nella facoltà di Roma Tre durante una lezione di editoria digitale ha menzionato una recente analisi condotta da osservatori nel digital innovation, secondo la quale, gli individui preferiscono essere aggiornati tramite due formati: audio e video. In queste modalità la diffusione delle notizie online risulta più semplice per gli utenti, ma anche più piacevole e stimolante.
Con l’uso dei social media il video è il formato digitale preferito dagli utenti in quanto le notizie si trasmettono in modo veloce e diretto. Infatti, già nel 2018 il rapporto sul consumo di informazione di AGCOM, identifica il video come il formato preferito per la diffusione di notizie online.
Il trionfo del podcast nel 2020
Allo scoccare del Covid- 19 si è fatta strada una nuova modalità di fruire del contenuto in un nuovo formato informativo: il podcast. L’editoria digitale oggi realizza contenuti multicanali, adattandosi e rispondendo agli interessi e alle aspettative dei lettori. Gli editori si trovano in un processo di costante revisione della distribuzione digitale, che continua a cambiare, e devono sviluppare strategie di business basate sull’analisi costante dei dati. Dati che rispecchiano esigenze precise.
Come ribadisce Anes, Associazione Nazionale Editoria di Settore, il modello di business che consente agli editori di sopravvivere dovrà basarsi sempre sui 4 elementi imprescindibili: audience, contenuti, dati e brand.
Un fulcro dell’editoria digitale è il concetto di attendibilità, che riguarda l’importanza di leggere notizie affidabili e costruite attraverso l’utilizzo di fonti autorevoli. Il ruolo fondamentale degli editori è più che mai la tutela del lettore, contrastando e smentendo le fakenews. Secondo l’osservatorio permanente Ital Communications-Censis l’84% degli italiani preferisce leggere notizie di politica o di cronaca attraverso i canali tradizionali, quali quotidiani cartacei e online, tv, radio, e non dai social ritenuti in questi ambiti meno attendibili.
L’editoria digitale e il diritto di accesso al finanziamento pubblico
Perché è fondamentale proseguire verso un sostegno forte dell’editoria digitale? In merito a questo il 24 Gennaio il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Alberto Baracchini, durante l’evento “digito ergo sum” promosso dall’Ordine dei giornalisti alla Biblioteca Nazionale di Roma ha dichiarato:
Credo che sia opportuno sostenere tutte le realtà, comprese quelle digitali, ma in un sistema di responsabilità reciproca, di risposta da parte di chi fa l’informazione a certi codici di comportamento.
Durante il dibattito si è discusso del progetto di scrivere le norme destinate all’assegnazione dei fondi all’editoria, che deve avere il diritto di accesso al finanziamento pubblico a patto che garantisca autorevolezza, qualità ed eticità.
L’editoria digitale deve costituire un contributo culturale e sociale in armonia con i valori della democrazia e di una cittadinanza attiva. La trasmissione delle notizie online intesa come possibilità illimitata e uguagliata di accesso a idee, concetti, racconti, fatti, in modo facile e più economico, non deve però mai permettere una svalorizzazione dell’informazione, la cosidetta ‘banalizzazione del digitale’.
Editoria digitale, opportunità per le aziende
Nell’evoluzione del digitale, anche le aziende hanno avuto l’esigenza di creare, distribuire e gestire nuovi contenuti editoriali. Come ha più volte spiegato il Professor Gino Roncaglia, il mondo delle aziende è tra i primi interlocutori da aggiornare sulle tematiche chiave dell’editoria e del digital content. Il Politecnico di Milano spiega che le aziende creano contenuti informativi mirati per raggiungere gli obiettivi di business e le case editrici digitali costituiscono il più grande supporto verso questo obiettivo. Non a caso, si stanno affermando sul mercato figure sempre più specializzate in questo settore, come i digital marketing managers. Se l’editore digitale deve saper innovare l’editoria, l’imprenditore digitale deve innovare la propria azienda dando vita a nuovi business esclusivamente digitali.