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Perché l’editoria digitale potrebbe prendere il posto della Tv

L’editoria digitale al posto della tv?

Il mezzo di intrattenimento più consolante di sempre, quello che ha favorito l’integrazione quotidiana di informazioni, telecomunicazioni e svago, quello che ci ha accompagnato nei momenti più belli e brutti della vita, quello che ci ha narrato i grandi conflitti mondiali e ancora, quello che ci ha trascinato nel buco nero televisivo, potrebbe scomparire.

E i responsabili di questa sparizione potremmo essere proprio noi, stanchi di una fluidità interattiva e narrativa che non è poi così tanto fluida, potremmo presto dirottare i nostri interessi su un altro canale, quello dell’editoria digitale.

Editoria digitale: perché diremo addio alla televisione

Il fenomeno dell’allontanamento dal piccolo schermo riguarda tutti gli spettatori di ogni classe sociale ed età, ad esclusione degli anziani influenzati dalla bellezza del Carosello degli anni ’70 e impossibilitati, per ovvietà di status e comfort, a star dietro al flusso della rivoluzione culturale.

Talk show, intrattenimento, talent, serie tv e programmi informativi di ogni genere non ci interessano più. Anche i debutti di stagione, quelli che solitamente vengono trasmessi in prima serata, hanno perso completamente il loro potere attrattivo e seduttivo.

Questo distaccamento, in parte già iniziato, viene mostrato anche da una ricerca effettuata dall’Osservatorio dello studio delle frasi che ha analizzato i dati Auditel relativi al mese di settembre 2021 e li ha paragonati con quelli relativi al 2019:

Il fenomeno interessante non è il su e giù dello share ma la diminuzione dell’audience complessiva.

Parliamo di un calo dello share del 10-15%, ovvero di quasi un milione e mezzo di persone in meno.

È evidente che si tratta di una conseguenza indiretta della fine della pandemia: la gente esce di più.

L’ondata della pandemia ci ha travolto impetuosamente causando in prima battuta il distacco da un sistema di comunicazioni che pensavamo fosse immortale e longevo e il conseguente dirottamento dei nostri interessi verso nuove esperienze immersive.

Siamo andati alla ricerca di un coinvolgimento più intenso, innovativo, ma soprattutto più smart e l’abbiamo trovato proprio nell’editoria digitale.

In che modo l’editoria digitale sarà la nuova televisione del futuro

Tutto è iniziato quando noi spettatori abbiamo cominciato a creare un nostro personalissimo palinsesto, seguendo aspirazioni, necessità e sogni.

L’utente di un tempo, influenzato dal fascino delle trasmissioni, subiva di continuo il potere televisivo, l’utente di oggi invece, molto più attento a mantenere il proprio benessere non si lascia condizionare da quello che i mass media veicolano, anzi mette al centro se stesso.

Cerca continuamente di uscire dal loop compulsivo del guardare e riguardare sempre la stessa cosa e di spezzare quel legame viscerale che ci tiene incollati alla tv.

Quindi, l’editoria digitale permetterà a noi utenti di ampliare finalmente gli orizzonti culturali e di raggiungere quel benessere intellettuale che desideriamo da tempo, lasciandoci alle spalle una grossa e impolverata scatola nera, utile forse per poggiare i nostri E-book.

Leggi anche: Perché l’editoria digitale è la rivoluzione culturale che stavamo aspettando

Il divorzio dalla tv dimostra che stiamo cambiando mentalità?

Il cambiamento di mentalità è sempre possibile. Vent’anni fa non avremmo mai immaginato che il fenomeno della Great Resignation si sarebbe diffuso in ogni parte del mondo a seguito di un impetuoso malessere emotivo, di un’insoddisfazione personale e di un’assenza di valori nel mondo lavorativo.

E probabilmente non avremmo mai pensato di abbandonare il mezzo televisivo e adottare un nuovo canale di svago, spinti dall’ondata della digitalizzazione.

L’avanzamento tecnologico è l’inevitabile risultato della somma tra il mondo che è cambiato e il bisogno per l’essere umano di provare nuove esperienze e di reinventarsi in un tipo di intrattenimento digitale, ma soprattutto culturale.

Ma quindi la televisione è destinata davvero a scomparire?

Negli ultimi anni la definizione di tv è stata mixata e allineata con quella di telefonia e computer per indicare un prodotto dalle caratteristiche uniche e in perenne evoluzione. Se da un lato, questa nuova concezione ha portato ad una fruizione dislocata, flessibile e possibile in ogni momento del mezzo di informazione, dall’altro ha incentivato, complice pure la pandemia, un allontanamento repentino da tutto quello che un tempo ci interessava.

Il coinvolgimento verso il piacere culturale ha tranciato di netto il potere seduttivo della tv.

La crescita del mercato degli E-book negli ultimi anni ha rappresentato una novità sorprendente e inaspettata che ha sconvolto completamente il mondo tradizionale del libro.

L’editoria digitale rappresenta una sorta di medium esplosivo capace di avanzare rapidamente e conquistare ogni mentalità ancora incerta e dubbiosa.

In quanto prodotto dell’evoluzione tecnologica, il digitale non può essere paragonato ai media classici, se non per il fatto di veicolare contenuti, ma introduce rispetto al passato una modalità completamente nuova di comunicazione.

Non più intrattenimento e svago, ma riflessione, ricerca di se stessi e valutazione di quello che passa davanti ai nostri occhi.

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